CARDIOCINESI
Nicola Bizzarri
a cura di Antonio De Falco
04.04-25.04.2025
Aperture: i Venerdì dalle 15-19 (su appuntamento),
L’installazione Cardiocinesi è da intendersi come una riflessione sull’individualità e il suo contesto collettivo, politico e storico. Nicola Bizzarri (Bologna 1996) mette in discussione l’idea di univocità della realtà e della sua narrazione.
La serie di lavori e l’installazione presentata al CRAC, ed ora qui a Marsaladue, nascono come necessità di confrontarsi con i ritrovamenti di carte, fotografie e disegni di epoca coloniale e la relativa occupazione italiana in Africa degli anni 20. Utilizzando processi e tecniche basate sulla riproduzione analogica e il ribaltamento tramite forme ed immagini negative e positive, l’artista produce una serie di oggetti che si mettono ‘in opposizione’, a questa realtà storica, facendoli poi dialogare fra loro ed immaginando che il positivo e il negativo possano coesistere, differenziandosi ma rimanendo in un rapporto stretto, dialettico e identitario.
L’artista ci racconta il procedimento materiale che sta alla base di questo confronto con la storia: “ Ho dunque focalizzato l’attenzione sulle carte e sui disegni, tra i quali ne ho trovato uno di un vaso. Questo disegno è verosimilmente stato realizzato all’epoca come esercizio in contesto scolastico o comunque di formazione e mostra un vaso con rilievi tipici della tradizione delle terracotte italiane e mediterranee, con un leone, delle foglie e festoni. Ho deciso così di riprodurre in paraffina un calco di quello che sarebbe potuto essere lo stampo in negativo di questo vaso – qualora fosse esistito. Ho modellato il vaso in argilla, fatto uno stampo in cera di un quarto di esso e poi lo stampo di quello stampo. I due vasi-stampi presentano in maniera marcata i segni del processo produttivo. In maniera concettualmente simile, ho realizzato delle fotografie scattate in analogico con una macchina stenopeica, tentando di fotografare le carte corografiche realizzate negli anni ’30 del secolo scorso, che sono mappe originali della Somalia. Ultimo strumento concettuale scelto, da cui poi è nata l’idea del ciclo di acqua nell’installazione, è l’oleandro. Il ruolo di questa pianta nell’installazione è proprio quello di riflettere questa possibile pluralità narrativa. Questa informazione sulla sua tossicità ribalta la percezione dell’oleandro, così come la narrazione storica può essere ribaltata da una visione alternativa sulle tracce della storia stessa.”
Il titolo della mostra, Cardiocinesi, si riferisce all’effetto primario che l’oleandrina, la sostanza contenuta nell’oleandro, ha sugli esseri umani. Il titolo richiama dunque un movimento associabile agli equilibri biologici umani, al battito del cuore, al respiro.
L’installazione prevede che i due vasi vengano infatti messi in collegamento attraverso dei tubi per formare un sistema ciclico mantenuto tramite una pompa idraulica. Nell’acqua in ciclo è presente un infuso di oleandro. Piccole perdite, e un funzionamento discontinuo conferiscono al sistema una instabilità e precarietà in equilibrio. Nello spazio è presente in maniera discreta una riproduzione 1:1 della copertina della cartella cartografica originale.
Antonio De Falco